Serata conviviale all'Acquasanta con Messa e cena
ANNO SOCIALE 2019- 2020 CIRCOLO FERRINI
INAUGURAZIONE ANNO SOCIALE 2019- 2020 CIRCOLO FERRINI Il Circolo C. Ferrini ha inaugurato l'anno sociale 2019 - 2020 con la Messa nella Chiesetta dell'Acquasanta officiata dall'assistente spirituale Padre Pierpaolo Fabbri , che ha spiegato la parabola del Fariseo e del Pubblicano. Il primo è un fariseo, osservante scrupoloso della Legge, separato da quelli che egli ritiene peccatori e reprobi. L’altro è un pubblicano, cioè un esattore delle tasse a favore degli occupanti romani. E’ superfluo rammentare che gli appartenenti a questa categoria erano considerati sfruttatori e strozzini, odiati e segnati a dito dai pii israeliti. Gesù fa risaltare nettamente l’opposizione radicale tra i due personaggi nella rispettiva preghiera al Tempio. Il fariseo dichiara la verità. E’ vero che osserva attentamente la Legge e ha grande spirito di sacrificio. Addirittura non si accontenta dello stretto necessario, fa di più. Non digiuna soltanto un giorno alla settimana, come prescritto, ma due. Egli sta in piedi, con le braccia alzate e la testa rivolta verso l’alto. Ringrazia Dio, nella forma canonica della preghiera biblico-giudaica: la lode e il ringraziamento a Dio per essere esente dai vizi degli altri uomini, e poi perché è ricco d’opere meritorie. Osserva attentamente la Legge e il compimento della volontà di Dio, anzi completa le prescrizioni rituali con pratiche supplementari. Formalmente, come possiamo notare, si tratta di una preghiera irreprensibile, non è una caricatura, perché si tratta dello spirito del fariseismo. Il suo torto non sta nell'ipocrisia, che Gesù smaschera senza mezze misure, bensì nella fiducia nella propria giustizia. Egli si ritiene in credito presso Dio: non attende la sua misericordia, non si aspetta la salvezza come un dono, ma come premio che gli è dovuto per il bene fatto e per avere seguito le norme rigidamente. Egli fa risalire a Dio, in un certo modo, la propria giustizia. Ha perso per strada la sua originaria dipendenza da Dio. Tant’è vero che , a parte il “Ti ringrazio” iniziale, non prega, non guarda a Dio, non si confronta con Lui, non attende nulla da Lui, né non gli domanda nulla. Si concentra su se stesso e si confronta con gli altri, emettendo giudizi piuttosto duri. E’ in questo suo atteggiamento che non c’è nulla della preghiera. Il pubblicano, l’esattore delle tasse, è spaesato, confuso nel luogo del culto, tanto che se ne sta in fondo, quasi temesse di disturbare, di essere un estraneo. Non è neppure in condizione di assumere il contegno normale di chi prega. Si batte il petto come un disperato, supplica istintivamente perché si sente peccatore che non è in grado nemmeno di elencare le sue colpe, sussurra, infatti: “Dio, abbi pietà di me peccatore”. E’ consapevole di essere un peccatore, sente il bisogno del cambiamento, di una rinascita e, soprattutto, ha la consapevolezza di non poter pretendere niente da Dio. Nulla ha da vantare e nulla da esigere. Può solo sperare. Fa affidamento su Dio, nella sua misericordia, non su se stesso. Questa è l’umiltà di cui parla la parabola, l’atteggiamento che Gesù loda: non elogia la vita del pubblicano, come non ha disprezzato il fariseo. La morale della parabola è chiara e semplice: l’unico modo corretto di porsi di fronte a Dio, nella preghiera e nella vita, è quello di sentirsi costantemente bisognosi del suo perdono e del suo amore. La giustizia che il fariseo vantava davanti a Dio come conquista di uno sforzo personale, il pubblicano l’ha ricevuta come dono misericordioso dal Signore. Ovviamente Gesù non afferma che il fariseo avrebbe dovuto vivere come il pubblicano. Le sue opere sono buone, e tali restano (ci mancherebbe!). Non sono le sue azioni ad essere criticate, ma il modo di considerarle. E non perché egli le attribuisca a se stesso, come a volte si dice. In realtà le attribuisce a Dio. L’errore sta nel fatto di guardare Dio alla luce delle proprie opere. Per Gesù invece lo sguardo deve sempre andare da Dio a noi, non da noi a Dio. Grande partecipazione dei Soci che si sono in seguito riuniti presso il Ristorante da Giuliano. .
