Pellegrinaggio 9 Giugno a Monteprandone e pranzo sul lungomare di San Benedetto del Tronto
9 giugno si parte per Monteprandone, meta il Santuario di San Giacomo della Marca. Perché questo Santuario e chi è San Giacomo della Marca. Non si conosceva l’esistenza di questo Santuario, né tanto meno si sapeva dove fosse questo Paese di Monteprandone. Il luogo ci è stato indicato dalla ns guida spirituale Padre Pierpaolo Fabbri e ci siamo subito documentati sul Santo San Giacomo della Marca e della sua importanza. Nato nel 1393 a Monteprandone, uno dei tanti castelli sorti attorno al Mille, arroccato su un colle prospiciente la Salaria, a pochi passi dall’Adriatico, di domenica, diciottesimo figlio di Antonio Gangale, detto “il rosso” e di mamma Antonia si chiamò Domenico proprio per questo. Prese il nome di Giacomo della Marca il, 25 luglio 1416, festa di San Giacomo apostolo, giorno della Sua vestizione con gli abiti della “prova “prima di essere ammesso al noviziato.
Da piccolo avrebbe dovuto intraprendere la vita di mandriano e lavorare i campi, a cui non era assolutamente portato. Fuggì di casa all’età di otto - nove anni e lo accolse ad Offida un suo parente prete secolare che gli insegnò a leggere, che gli diede un’istruzione adeguate ed una maggiore apertura mentale alle problematiche della fede. Finalmente appoggiato ora anche dalla famiglia andò ad Ascoli dove completò i suoi studi letterari (latino, grammatica, retorica, poesia) che gli furono molto utili per le future predicazioni. Vi rimase fino a 16 anni per poi andare a Perugia, famosa per le scienze giuridiche. Per non pesare probabilmente sulla sua famiglia, Domenico accettò il lavoro di pedagogo ed istitutore dei figli di “un gentiluomo” perugino. Faceva il pedagogo ma anche continuava a studiare e a 21 anni era laureato in diritto. Domenico evidenzia un carattere forte e qualità morali non comuni, e sa unire il lavoro allo studio e non perde tempo dietro a facili e goliardiche compagnie. Sui ventuno anni Giacomo era già laureato in diritto e gli si apriva davanti la strada della magistratura. La sua conoscenza ed amicizia con il “gentiluomo” perugino questa volta gli fu provvidenziale, dal momento che costui fu chiamato a Firenze in qualità di magistrato (capitano del popolo o podestà) e portò con se anche Domenico “e facendolo notaro si chiamava ser Domenico. e detteli uno officio de danno dati). Il titolo prestigioso di “ser” era riservato ai notai pubblici, ed infatti il nostro Domenico dirigeva, in qualità di legale, l’ufficio pubblico dei danni arrecati a terzi. Il 1415 (o 1416) segnò una svolta fondamentale nella vita di Domenico: l’abbandono della lusinghiera carriera di magistrato e la scelta della vita religiosa. Ciò avvenne - ed è facile immaginarlo - non senza una certa fatica interiore. Dio l’affascina e il messaggio di Cristo l’attira potentemente. I germi della fede seminati in lui da bambino nell’ambiente paterno e la carica interiore donatagli probabilmente dal suo parente sacerdote offidano, uniti alla sua istintiva propensione alla riflessione e all’audacia delle scelte producono la crisi di crescita nel giovane magistrato. Tentò dapprima di inserirsi nella vita benedettina, bussando alla prestigiosa Certosa di Firenze. Qui il Priore, forse vedendo la titubanza del giovane non ancora sicuro della sua scelta o forse per eccessiva prudenza, lo esortò a ritornare da lui dopo un congruo periodo di ripensamento. Qualche autore mette, a questo punto della vita di ser Domenico, un probabile viaggio nella vicina La Verna, un incontro con fra Bernardino da Siena e una specie di probandato, cioè di un breve periodo di vita comune religiosa, a mò di prova per future scelte.
Nel mezzo di tale crisi decise di fare ritorno nelle sue Marche. Durante il viaggio verso le Marche passò davanti al convento francescano di S. Maria degli Angeli dove incontrò il Vicario della Provincia e gli espose la sua volontà di abbandonare il mondo e servire Dio. Il Vicario dei Minori Osservanti era fra Nicola da Uzzano, che in quel momento era il superiore del convento della Porziuncola. Come già detto nel 1416 Domenico Gangale di Monteprandone assumeva il nome di Giacomo della Marca. Nel giro di pochi mesi, a 23 anni circa, la rotta della sua vita è decisa: sarà sacerdote, sarà frate francescano, sarà Minore dell’Osservanza. E questo lo sarà per tutta la vita, senza ripensamenti, con lo stesso slancio della sua ardente giovinezza. Nel 1417 fra Giacomo della Marca accettò la regola francescana di vivere. secondo i tre voti religiosi dell’obbedienza, della povertà e della castità. Terminato il noviziato ed emessa la professione, fra Giacomo iniziò gli studi teologici, indispensabili per diventare sacerdote, presso il convento di San Salvatore a Firenze In questo periodo incontrò S. Bernardino da Siena, il grande predicatore e innamorato di Cristo, che era superiore presso il convento di Fiesole, che distava a meno di un’ora di cammino dal convento di San Salvatore e che fu fondamentale nella formazione teologica e spirituale Giacomo. Fra Giacomo fu ordinato ( sacerdote nel convento fiorentino di San Salvatore: era il 13 giugno 1420 ed aveva 27 anni. Grande era la “capacità oratoria di fra Giacomo
“ che più de 47 anni durò °( fino al 20 maggio del 1467 ) che ogni di haveva predicato. quando ne le città, quando ne le castella, et quando ne li casali; et quando non poteva predicare in nulla parte predicava a li frati; et molte volte andava ad predicare fora per castella et casali, et la sera innante se metteva in nammollo una scotella de fave et la matina la metteva in una sua sacchetta et pigliava pane, cepolle o aglj, et questo era lo suo cibo perché ogni dì digiunava, et alcuna volta predicava ad uno et duj et tre casali lo di: et quando era hora de mangiare, per digiuno se mangiava quelle fave molle con pane et cepoll”.
S. Giacomo si attiene nella sua predicazione al modo di predicare dei francescani del suo tempo. La loro era una predicazione popolare, accessibile a tutte le classi sociali, con un linguaggio vivo, ricco di esempi, a volte arguta. Il pulpito diventava non solo la chiesa, ma la piazza, i campi, le officine, le strade. Le predicazioni avvenivano soprattutto nei tempi dell’Avvento, della Quaresima e a Maggio, ma naturalmente le predicazioni minori si organizzavano secondo le richieste e le necessità locali e con durate diverse. La durata delle prediche era variabile: da 1 a 3 ore e si tenevano normalmente al mattino presto o all’ora del vespro. S. Bernardino da Siena divenne il modello della predicazione francescana dell’Osservanza, modello di fede e fervore apostolico, di fine arguzia e bellezza letteraria, di stile oratorio. Predicò in Italia, (,tra cui Macerata, Jesi , Cingoli, Fabriano, Cupramontana, Recanati , Fano), Bosnia, Croazia, Slovenia, Ungheria, Dalmazia. Fu Nunzio Apostolico e predicò con fervore contro le eresie e il mal costume. In questo clima così difficile, pieno di sospetti, violenze e oltraggi, fra Giacomo compiva il suo dovere di predicatore. Gli storici annoverano in questi anni trascorsi in Ungheria e Boemia ben 16 attentati alla sua persona o ai suoi collaboratori. A volte mentre teneva i suoi discorsi furono prezzolati falsi uditori perché con urla e fischi lo interrompessero impedendogli di parlare .Predicò ad Ancona contro la Setta dei fraticelli e a Fabriano dove fu minacciato di morte e segregato dal Capitano di ventura Niccolò Piccinino e poi liberato dai fabrianesi insorti.. Fra Giacomo non stette mai fermo passando con le sue predicazioni da una città all’altra. Dipanò il litigio per il territorio tra Ascoli e Fermo, e si fermò nella Marca dal 1448 al 1452. Nel 1460 fu in Veneto e Lombardia e in questo periodo i Milanesi lo vollero come arcivescovo dopo la morte del’arcivescovo della città. Ma Fra Giacomo fuggì di notte per poter continuare a predicare. Gli ultimi anni della vita di fra Giacomo furono funestati da una salute malferma. Continuò comunque il suo peregrinare tra il convento di Forano, Roma, Assisi, Ascoli ed infine a Napoli, chiamato dal Re Ferdinando che lo chiese espressamente al Papa Sisto IV. Nel 1473 fra Giacomo e il suo fedele fra Venanzio partivano dalle Marche per Napoli. E siccome era troppo vecchio per andare a cavallo fu messo in una grossa cesta sopra un mulo. Morì il 28 de Novembre 1476 de jovedi a le 15 hore”. Aveva 83 anni.
Ricordiamo che Fra Giacomo della Marca è il protettore dei bambini per gli innumerevoli miracoli che lo riguardano .
Al Santuario ci ha accolti, con nostra grande gioia, Padre Silvio che era stato Parroco di San Francesco d’Assisi di Jesi.
La giornata è proseguita con la visita del paese di Monteprandone e il successivo pranzo al ristorante La Lancette di San Benedetto del Tronto.