Gita del 1° Maggio a S. Urbano

01.05.2017 09:00

Il nostro 1° Maggio

In visita ad Abbazie ed opere d’arte immersi nella natura ed allietati da una giornata splendida , con cielo azzurro senza nubi ( è cambiato solo in tarda serata!), sole caldo e splendente. Da Jesi ci siamo diretti alla Santuario di S. Elena per ammirare ancora una volta questa splendida Chiesa dell’anno 1000, immersa nella tipica natura delle colline marchigiane con alle spalle la Gola della Rossa e davanti tutta la Valle dell' Esino Fondata nel 1005 da San Romualdo, Sant' Elena è stata la piu' importante Abbazia benedettina. della Vallesina sul piano politico, civile e sociale. 
Nel XII secolo vantava il possesso di circa 50 chiese e 10 edifici fra castelli e ville con tutti i beni annessi. Nel 1180 si uni' all' Eremo di Camaldoli inserendosi nella ongregazion
e Camaldolese. L' importanza dell' Abbazia era accresciuta dal diritto dell' Abate di esercitare la giurisdizione civile e penale, incluso il diritto di vita e di morte.

Il territorio che va dalla Gola della Rossa fino a Moie, compreso il Castello del Massaccio (ora Cupramontana) e quello di Antico presso San Marcello, era sotto la sua giurisdizione.

La decadenza ebbe inizio nel XV secolo quando il papa Innocenzo VIII tolse all' ordine Camaldolese l' Abbazia nominando un Abate Commendatario nella persona del cardinale Giovanni Colonna (Commendatario perche' pur avendo tutti i poteri dell' Abate non era un monaco appartenente ad un ordine e non era obbligato a risiedere nell' Abbazia). 
Il 6 Aprile 1816 quest' ultimo cedette in enfiteusi l' Abbazia con tutti i beni annessi alla famiglia 
Pianesi che affranco' in seguito a proprio favore l' enfiteusi divenendo cosi' la legittima proprietaria. Sant' Elena e' una vasta costruzione Romanico-Gotica in blocchetti di pietra.
L' epoca di costruzione risale al secolo XI. All' esterno l' intero complesso assume quasi l' aspetto di una chiesa fortezza.

La Chiesa e' a pianta basilicale a tre navate, 
l' abside e' unica, ampia, semicircolare, con due finestre a doppio strombo: 
l' elemento piu' significativo dell' esterno e' la facciata, con l' alto campanile, ed alla base il portale i cui motivi ornamentali variano dal romanico al gotico ed al bizantino.
L' interno ha la vastita' e l' imponenza di una cattedrale ed e' diviso da pilastri compositi in tre navate. I capitelli sono di stile romantico. Le sale all' interno del vecchio Monastero si presentano con volte in mattoni sia a botte che a crociera di 6 metri e pareti in pietra, il tutto a vista.

La sala piu' antica, risalente all' XI secolo, con volta a botte ha il pavimento in grandi blocchi di pietra e presumibilmente e' stato il primo insediamento
dell' Abbazia.

Da S.Elena abbiamo poi raggiunto Apiro dove al rammarico per l’inagibilità della Collegiata di S. Urbano a causa del terremoto, è seguita la piacevole scoperta del Teatro Mestica , piccolo ma stupendo teatro con palchi e decorazioni degni di un grande complesso. Si tratta di un imponente struttura ubicata in corso Vittorio Emanuele: la facciata, in stile barocco, risale al XVI secolo ed è di notevole pregio per le decorazioni del portone principale e delle finestre. La forma del corpo principale del complesso teatrale è trapezoidale; al suo interno rispecchia la tipologia del teatro all’italiana, ormai fortemente consolidata nel tardo 800, con planimetria a ferro di cavallo, due ordini di palchi ed un loggione posto a coronamento Il teatro ha una capienza di 150 posti a sedere distinti sui quattro livelli esistenti costituiti da platea, 2 ordini di palchi ed il loggione. Ottimo cicerone l’Architetto Ramazzotti. Lungo il percorso abbiamo avuto l’occasione di ammirare alcuni palazzi medioevali davvero interessanti. Ormai si avvicina l’ora di pranzo e proseguiamo per L’Abbazia di S. Urbano, meta principale della nostra escursione. Un percorso con scarne indicazioni stradali ma alla fine si arriva in una vallata ampia e luminosa. L’Abbazia di S. Urbano è una chiesa romanica piuttosto sconosciuta ma decisamente interessante. Lo è soprattutto per la sua struttura, una sorta di chiesa dentro la chiesa con due ambiti separati, uno per i laici e uno dedicato espressamente alle funzioni religiose. Una volta entrati e scesi i pochi gradini, ci siamo ritrovati in un vano piuttosto ampio con colonne e capitelli scolpiti. Siamo nella prima parte della chiesa, quella laica con un muro che ci separa visivamente dalla chiesa vera e propria a cui si accede salendo altre scale, mentre quelle che scendono ci conducono alla cripta. Ammiriamo capitelli scolpiti con scene di animali e gli affreschi. Salendo gli scalini accediamo alla seconda parte della chiesa: tre navate e abside finale, nelle forme romaniche più conosciute. L’abside è rivolto ad est verso Gerusalemme. Sotto si trova la cripta formata da una serie di colonnine con capitelli dagli angoli stondati. Nell’abbazia è possibile ammirare anche una serie di affreschi dell’epoca; l'altare posto davanti alla piccola abside della cripta, risale al 1140. Restaurata nel XX secolo la chiesa attualmente presenta forma romanico-gotica, semplice facciata e tre belle absidi. L' interno, a tre navate (quella centrale gotica, mentre le due laterali di tipo romanico), è diviso a metà da un'iconostasi che separa la parte riservata ai fedeli dal presbiterio, molto rialzato e anch'esso a tre navate. La cripta sottostante il presbiterio, è anch'essa a tre navate, separate da muri e comunicanti tra loro mediante anguste aperture. La varia articolazione dei piani e dei volumi e la singolare separazione del corpo anteriore da quello posteriore dell'edificio fanno di S. Urbano una chiesa unica nelle Marche. Non più adibita al culto, la chiesa ospita ora manifestazioni culturali ed è proprietà del Comune di Apiro. Completata la visita all’Abbazia ci dirigiamo all’adiacente ristorante di recente nuova gestione dove gustiamo tagliatelle agli asparagi e pomodorini, lasagne , arrosti con contorni vari , il tutto accompagnato da un elegante ed efficiente servizio.

Sazi e ben pasciuti riprendiamo il nostro viaggio verso il Lago di Castreccioni di Cingoli. Compaiono le prime nuvole, l’aria rinfresca. Il lago lo abbiamo visto dall’alto perché la strada verso il ponte è chiusa da transenne a causa di piloni del ponte considerati non sicuri. Ci dirigiamo verso i Giardini di Cingoli , breve sosta ma ormai la giornata si sta concludendo con il cielo pieno di nuvole ed aria fredda. Si riparte per Jesi . I partecipanti sono tutti soddisfatti e ringraziamo la Vergine Maria per questa giornata.