Cristiani nel mondo, ma non del mondo
Parrocchia San Francesco d’Assisi : interessante conferenza di Padre Pierpaolo Fabbri agli amici del Circolo “C. Ferrini”
NEL MONDO PER IL MONDO, MA NON DEL MONDO
Il Circolo”Contardo Ferrini”, che svolge un’intensa attività culturale nella città di Jesi, fedele all’ispirazione del fondatore, il Beato Contardo Ferrini, partecipa alla vita e alla spiritualità del laicato cattolico. In questo contesto si colloca l’incontro di sabato 8 giugno nella sala convegni della parrocchia San Francesco d’Assisi, sul tema “Cristiani nel mondo, ma non del mondo”. Relatore l’Assistente spirituale del Circolo, padre Pierpaolo Fabbri. In apertura il Vice presidente, Luigi Tomaiuolo, introducendo il tema della conferenza, ha annunciato l’inizio di un nuovo ciclo di Incontri del Circolo. Chi sono i cristiani? Quale la loro identità? Come vivono? Il relatore ha esordito commentando un brano della “ preghiera sacerdotale” del Vangelo secondo Giovanni (Gv 17,16-19) ed ha presentato al pubblico un celebre testo cristiano antico , di Autore anonimo, la “Lettera a Diognèto”(II secolo d.C.). C’è un parallelismo fra i due testi – osserva padre Pierpaolo- perché in entrambi si dice che i cristiani non appartengono al mondo. Diognèto era un pagano curioso di conoscere la vita dei cristiani. L’Autore, criticando il paganesimo e il politeismo, cosa che noi oggi non facciamo per paura, per disinteresse, per mancanza di fede, dà una risposta essenziale all’amico Diogneto: < La religione cristiana non è stata insegnata da un uomo>. Trascrivo qui alcuni passi particolarmente significativi della Lettera che può dire qualcosa anche a noi: <I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti non abitano città proprie…né conducono un genere di vita speciale….Vivono nella loro patria, ma come forestieri, partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera... Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. Obbediscono alle leggi stabilite e con la loro vita superano le leggi. Amano tutti e da tutti vengono perseguitati….. Sono uccisi e riprendono a vivere… Come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani….. L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo….>. Le persecuzioni, le torture e le uccisioni dei cristiani di oggi in molte parti del mondo richiamano le tristi vicende del primi secoli dell’era cristiana, quando i credenti, annunciando la morte e la risurrezione di Cristo, dovevano convivere con i pagani e con i Giudei, in un mondo governato dall’Impero romano. Tertulliano, un Padre della Chiesa, parla di “un assedio continuo contro i cristiani”. E ben sappiamo che gli apostoli Pietro e Paolo furono fra le prime vittime delle persecuzioni, proseguite nei secoli successivi fino a quando, nel tempo della Tetrarchia ( 2 Augusti e 2 Cesari al governo dell’impero), l’imperatore Diocleziano , che si faceva chiamare “Jovius”, con la pretesa di controllare ogni aspetto della società, nel 303 scatenò una terribile persecuzione contro i cristiani che non potevano accettare la sua divinizzazione. Con un’analisi storica delle vicende turbinose del Basso Impero, che preludono alla rottura fra Occidente ed Oriente, padre Pierpaolo si è soffermato sull’imperatore Costantino, il quale, dopo la vittoria su Massenzio, a Ponte Milvio (312), entra Roma con il titolo di primo Augusto e nel 313, con il cosiddetto “Editto di Milano” concede ai cristiani la libertà di culto e fa restituire loro le chiese e i beni confiscati. Il Cristianesimo ottiene così il riconoscimento ufficiale. Il relatore ha dichiarato: < Costantino scommette sull’uomo, si apre alle culture e alle religioni; infatti con quel documento assicurava libertà di culto ai cristiani e “parità di diritti” a tutte le religioni dell’Impero. Comprende che non bastavano le leggi e ci voleva lo spirito ; e lo spirito riguarda il cuore, la mente, il corpo. Grandezza illuminata quella di Costantino, che ha il merito di aver messo in crisi il sistema. La crisi è positiva e benefica>. Certo non si può negare che fra l’imperatore e la Chiesa del tempo ci furono appoggi reciproci, ma anche contrasti.
Per salvaguardare l’unità del Cristianesimo, minacciato dalle eresie, l’imperatore, vinto il rivale Licinio, convocò nel 325 il Concilio di Nicea che condannava come eretica la tesi teologica di Ario. <La Chiesa ha dovuto lottare per sopravvivere – osserva padre Pierpaolo –; c’erano due direttrici opposte: i cristiani si potevano assimilare ai modelli culturali precedenti, oppure avrebbero potuto chiudersi di fronte all’ambiente esterno per preservare la propria identità; una terza scelta possibile era la fuga dal mondo. Sant’Antonio Abate è andato nel deserto, una scelta a livello individuale e collettivo… Fuga da chi? E perché? Alla ricerca di una nuova patria promessa...da chi? …, C’è una promessa più grande e più alta…Ma Sant’ Antonio Abate non era fuori dal mondo: imperatori e vescovi lo convocavano per dirimere questioni controverse...>. Anacoretismo e monachesimo, esperienze di allontanamento dalla polis, per guardare meglio la realtà. Il monachesimo è anche esperienza ecclesiale, di Chiesa come comunità, come famiglia. Il relatore si domanda: “Come hanno fatto quegli uomini e quelle donne a vivere da cristiani in un mondo ostile al Vangelo? “. Risponde “Per la fede. I cristiani sono rimasti nel mondo romano, pagano, ma non sono diventati di quel mondo”. E con parole incisive p. Pierpaolo mette in luce l’essenziale: < Il cristiano deve fare una scelta d’amore perché ha la vocazione all’amore, anche per i nemici. E la Chiesa di oggi deve testimoniare quest’amore, ma se il singolo cristiano non matura in sé questa scelta di fede e di amore, non può contagiare gli altri>. L’assistente spirituale del Circolo “C.Ferrini” conclude la sua relazione ampia e puntuale invitando i credenti alla preghiera di intercessione perché il mondo sia salvo e prova gioia nel riferire un giudizio del teologo e mistico francescano, padre Valentino Natalini: < I cristiani vivono nel mondo; non sono del mondo, ma per il mondo, per la salvezza del mondo>.
Maria Crisafulli
(Articolo pubblicato sulla Voce della Vallesina del 16 giugno 2019)