Conferenza della Dr.ssa Rosa Meloni su "La scuola dopo le recenti riforme".

25.11.2017 16:30

Rosa Meloni illustra la “Buona Scuola” e il percorso delle riforme..

Sabato 25 Novembre presso la sala dell’Azione Cattolica di Piazza della Repubblica di Jesi, organizzata dal Circolo Contardo Ferrini, c’è stata la conferenza della dott.ssa Rosa Meloni, già direttrice scolastica e poi dirigente dell’I.C. “Carlo Urbani”, sulla Scuola così detta “Buona Scuola”, dopo le recenti riforme.

Parlare dei problemi della Scuola Italiana facendone una descrizione sia pure sommaria è cosa piuttosto complessa ed è necessaria una minima ma necessaria introduzione storica. La Meloni per prima cosa sottolinea come l’insegnamento richieda oltre alla professionalità del docente anche un minimo di vocazione. Il suo curriculum illustra il percorso fatto da semplice docente per arrivare con concorso direttivo nazionale fino alle mansioni di dirigente scolastico dipendente dallo Stato Italiano. La Scuola ebbe la sua prima riforma nel 1923 – riforma Gentile – che ha resistito fino al 1962 -1963 , anno in cui viene introdotta la Scuola Media Unica con l’eliminazione dell’avviamento professionale che moltissimi ragazzi dovevano scegliere dopo la quinta elementare. Il resto restava immutato con una struttura essenzialmente piramidale della scuola che vedeva al vertice il Liceo Classico. Gli studi erano molto faticosi e per pochi. Gli anni ’60 sono ricordati come gli anni del ‘boom’ economico” dove la chiusa e rigida struttura della scuola ( era ancora quella della riforma Gentile del 1923) non si adattava più ad una richiesta maggiore di scolarizzazione. Per tacitare il malcontento generalizzato viene fatta la pseudo-riforma’ del 1968 sulle uscite (quindi sugli esami) piuttosto che prevedere una rimessa in discussione dell’intero impianto scolastico.

Questa riforma del ‘68 prevedeva tre fatti estremamente importanti:

- Semplificazione degli esami finali (1969) , da tutte le materie l’esame si riduce a solo 2 materie;

- Liberalizzazione degli sbocchi universitari (1969). Cioè accesso a qualunque facoltà universitaria, per studenti provenienti da qualsiasi tipo di scuola.

- Gestione collegiale della scuola (1974). Creazione di organismi (Organi Collegiali), mediante dei Decreti Legge di Delega al governo, che avrebbero permesso la direzione delle scelte di fondo della scuola a studenti, famiglie e docenti. Questa legge, ancora oggi molto importante, si è infossata per mancanza di risorse economiche.

Conseguenza è il malcontento dei docenti che si vedono aumentare il carico di lavoro senza una adeguata remunerazione e degli studenti insieme ai docenti perché la modifica dell’esame senza cambiare il tipo di corso di studi è, a parte ogni altro giudizio, profondamente errato didatticamente: l’esame deve essere funzionale ad un qualche obiettivo che ci si prefigge.

A mio parere gli anni ‘70 sono stati i peggiori per la scuola italiana dove la scuola di massa è sinonimo di scuola dequalificata, con gli insegnanti che scelgono la scuola non come professione ma perché, attraverso l’elasticità dei suoi orari, era possibile un secondo lavoro. Molti tentativi di riforma sono stat fatti negli anni ‘70 (Ricordiamo la Commissione Biasini, poi Bodrato all'inizio degli anni 80, quindi il ministro Falcucci che introdusse l’uso dei computer nella scuola con il suo Piano Nazionale Informatica.). Solo verso la metà degli anni ’80 (epoca CAF) si risente parlare di riforma della scuola. Si hanno diverse commissioni che studiano a fondo la riforma dei programmi dii cicli d’istruzione insegnamento delle varie discipline contemporaneamente alla loro distribuzione oraria. Tutto il lavoro era coordinato dall’on. Brocca. Molte opposizioni sulla distribuzione oraria delle materie e sui programmi disciplinari non realistici.

La’riforma’ più devastante è quella fatta dal ministro D’Onofrio del primo governo Berlusconi (1994). Con un decretino si aboliscono gli esami di riparazione e chi ha delle carenze cognitive dovrà recuperare le sue insufficienze nell’anno seguente Arriviamo al 2000 con la riforma Berlinguer che introduce: l’autonomia didattica ed organizzaiva (Art. 21 legge 59/97); i cicli di istruzione (Legge n. 30 del 10/2/2000  (Legge-quadro sul riordino dei cicli scolastici); decentramento competenze Stato agli Enti Locali (Capo 1) ( Dlgs 112/98  ) ; definizione dirigenza scolastica (Art.21) ; dimensionamento unità scolastiche (Art.21) ; formazione universitaria per docenti di scuola materna ed elementare (°Legge 341/90) ; Innalzamento della durata dell’obbligo scolastico da otto a 9 anni, fino a 15 anni di età.(Legge 9/99  ) ; Riordino del Ministero della PI e degli Uffici periferici dopo il trasferimento di compiti e funzioni alle scuole. (D. L.gvo 300 del 30/7/99 (Riforma dell'organizzazione del Governo) Regolamento approvato Dlgd o DMdal Consiglio dei Ministri il 17/3/2000  ; Le nuove norme per il diritto

dei disabili ( Legge n. 17 del 28/1/99 (Integrazione legge 104/92) ; Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità (Legge n. 53 del 8/3/2000 ) ; ll nuovo esame di stato tiene conto del curriculum degli studi ( Legge 425/97 (Disposizioni per la riforma degli esami di Stato) ; obbligo formativo per i giovani fra i 15 e 18 anni di età che sono tenuti a iscriversi e frequentare percorsi e/o attività formative (Art.68 della Legge 144/99) ; parità scuola pubblica e privata (Legge n. 62 del 10/3/2000  ) ;trasformazione delle graduatorie dei Concorsi a titoli in graduatorie permanenti, (Legge 124/99 ) . Ancora altre leggi o Dlgs o DM o direttive . Tra queste ricordiamo (Art. 69 Legge 144/99 ) lo statuto studenti, le nuove regole della rappresentanza sindacale e l’istituzione delle Rappresentanza sindacale unitaria di scuola (RSU). (Dlgs 396/97) ; saperi di base (DM 50/97) .

Sottolineiamo che vanno bene i provvedimenti sulla “autonomia scolastica” ma non esiste autonomia se non vi è indipendenza economica e, come nel caso dei decreti delegati del 1974, e di conseguenza nasce una autonomia monca. L’autonomia introduce la figura dal Dirigente unico che ha molti più poteri, poteri che vengono sottratti alla gestione collegiale della scuola .Si sono promulgate delle riforme di tipo cartaceo che hanno trasformato il docente in uno scrivano che riempie moduli, registri per indicare obiettivi, griglie, test, verifiche etc. Grande aumento di lavoro alle volte di nessuna utilità. Vengono anche create lnuove funzioni (Funzioni Obiettivo), funzioni retribuite che creano grossi problemi gedstionali tra i docenti.

Ls riforma dei cicli è nata monca perchè non è stato portato a termine l’anticipo della prima elementare ai 5 anni e l’obbligo è stato portato in modo incomprensibile (perché non corrispondente alla fine di nessun ciclo di studi) a 16 anni.. La “riforma dei cicli” (legge 30/00) riduce le attuali elementari e medie (8 anni) ad un unico ciclo di 7 anni. Nuovo approccio ai programmi scolastici. Non più ‘alla Brocca’ (i ragazzi sono una scatola vuota da riempire con tutte le nozioni possibili) ma mediante l’individuazione di quelli che sono stati chiamati “saperi di base” o “contenuti minimi”. Vengono definite le Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SSIS) che abilitano coloro che vogliono intraprendere il mestiere dell’insegnante, dopo la frequenza di un biennio universitario di SSIS. Arriviamo alla riforma del Ministro Stefania Giannini che prevede interventi per assumere 150mila docenti, stop alle supplenze, valutazione dell’insegnamento e istituzione degli scatti di carriera in base al merito, sblocco delle procedure burocratiche, digitalizzazione di tutte le scuole, realizzazione di un collegamento diretto col mondo del lavoro e investirmenti.

La Buona Scuola mette al centro l’autonomia con un organico potenziato grazie al piano di assunzioni e così coprire le cattedre ancora i vacanti e garantire la continuità didattica, rispondere alle nuove esigenze educative, organizzative e progettuali, e potenziare l’offerta formativa POF che si svilupperà su tre anni per dare più continuità al progetto didattico. L’offerta formativa sarà declinata in base alle esigenze degli studenti e coerente con la necessità di orientarli al futuro. Con la Buona Scuola ci sarà il potenziamento delle competenze linguistiche: l’Italiano per gli studenti stranieri e l’Inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Viene dato più spazio all’educazione ai corretti stili di vita, alla cittadinanza attiva, all’educazione ambientale, al lavoro di gruppo,ad imparare ad imparare e si guarda al domani attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti. Le premesse ci sono tutte per una scuola efficiente, innovativa ed orientata verso il futuro.

Foto Video e Testo: Luigi Tomaiuolo