13.05.2014 20:25
Addio al dottor Bini
Era il medico dei bambini

JESI - Addio al pediatra Primo Luigi Bini. "Per intere generazioni di concittadini il dottor Bini è stato il medico dei bambini per antonomasia - scrive il sindaco Massimo Bacci in un messaggio di cordoglio -, un punto di riferimento fondamentale per i genitori, capace di coniugare alla grande professionalità nella cura dei più piccoli una spiccata sensibilità ed una profonda umanità. La sua scomparsa è una triste notizia per la città di Jesi".
"Come primario di Pediatria - continua il primo cittadino - ha rappresentato uno dei più fulgidi esempi di una stagione che ha permesso all'ospedale di Jesi di porsi all'avanguardia nel sistema sanitario regionale. Una prestigiosa attività medica, la sua, che ha marciato di pari passo con un intenso impegno sociale, in particolare nel cattolicesimo democratico, E che lo ha visto tra i fondatori del Consultorio La Famiglia, presidente del Circolo Contardo Ferrini, ma anche consigliere comunale dal 1985 al 1990. Alla famiglia i sensi di partecipazione miei personali e dell'amministrazione comunale tutta".
Martedì 13 Maggio 2014
lL cordoglio del sindaco Bacci per la scomparsa del dott. Bini
JESI – Si è spento martedì sera a 90 anni il dottor Primo Luigi Bini, pediatra per vocazione. Professionista stimato e conosciuto da tutti, ha dedicato l’intera vita ai bambini tanto che non c’è jesino che non ricordi i suoi modi cordiali e la straordinaria professionalità.
La camera ardente è allestita nella sua casa in via Fiume 7. Il funerale sarà celebrato nella chiesa di San Sebastiano mercoledì 14 maggio alle 15,30.
Era stato fondatore del Consultorio La Famiglia, presidente del Circolo «Contardo Ferrini» e consigliere comunale nella legislatura 1985-1990.
«Una triste notizia per la città di Jesi - commenta il sindaco di Jesi Massimo Bacci - Per intere generazioni Bini è stato il medico dei bambini per antonomasia, un punto di riferimento per i genitori, capace di coniugare alla grande professionalità una spiccata sensibilità e una profonda umanità. Come primario di Pediatria ha rappresentato uno dei più fulgidi esempi di una stagione che ha permesso all'ospedale di Jesi di porsi all'avanguardia nel sistema sanitario regionale».
Con me era paterno e filiale
La notizia della morte del dottor Primo Luigi Bini, da tempo malato, invita a un momento di riflessione. Il primo sentimento che in me nasce è la consapevolezza che la speranza non delude. Una vita lunga, intensa… ora finita? No di certo! É piuttosto, la sua, una vita che ora raccoglie quanto ha seminato, mette al sicuro ciò che ha vissuto, vede il frutto dell’impegno che ha profuso. Ho conosciuto il Dott. Bini otto anni fa, quando aveva già un’età di rispetto: mi è apparso subito un uomo pieno di entusiasmo, di fede, di generosità. Nei miei confronti ha sempre avuto un atteggiamento filiale e paterno nello stesso tempo. Riconosceva il vescovo come riferimento per la sua fede e per questo accoglieva con semplicità ogni mio parere; nello stesso tempo non mancava di darmi suggerimenti, esortazioni come si fa con una persona che si ha a cuore. Lo ricordo con affetto. Il suo impegno ecclesiale, in modo particolare nell’ambito della famiglia e della cultura e la sua generosa dedizione nella professione di medico, hanno lasciato e lasciano un segno profondo. Quella del dottor Bini fa parte di quelle figure imponenti che il Signore suscita per la crescita della comunità. Sono vicino alla moglie e a tutti familiari. Il distacco è sempre doloroso, ma è comunque illuminato
dalla fede. Sappiamo tutti la verità di questo momento; e la verità sta nelle parole di Gesù: Sei stato un servo buono e fedele: entra nella gioia del tuo Signore (cfr Mt 25,21).
Gerardo Rocconi, Vescovo
Nella foto il vescovo Gerardo e il dottor Bini a un incontro del circolo Ferrini alcuni anni fa.

Mi disse: ci vediamo in reparto
“Il Signore è il mio pastore, nulla manca ad ogni attesa,/in verdissimi prati mi pace, mi disseta a placide acque...... Per amore del Santo suo nome dietro Lui mi sento sicuro”. Ho pregato ho tanto pregato..... ma le vie di Dio non sono le nostre vie e sono certa, per la fede, che l’esistenza terrena di Primo Luigi era matura per portare frutti abbondanti di bontà, saggezza e santità a beneficio di un popolo di parenti, amici e concittadini. É questa la preziosa eredità che ci lascia il dr. Bini, stimato professionista della Pediatria di Jesi, dirigente di Azione Cattolica, presidente del Circolo “Contardo Ferrini”.... ma prima di tutto un uomo che ha amato la sua famiglia, la Chiesa, la comunità di Jesi. Un uomo mite, umile, semplice, generoso, pronto ad ascoltare tutti e a contemplare in silenzio Dio, la bellezza del creato, l’arte, la musica... Mi commuovo rivedendo l’immagine di lui chino sull’organo, nella chiesa dell’ospedale dove ogni domenica partecipava alla Messa delle 8.30 con la moglie, Mariella, e intonava per l’assemblea i canti liturgici. Il dr. Bini collaborava con i gruppi ecclesiali sul piano della cultura e della spiritualità e pregava. Desidero qui ricordare due fatti che riguardano me e il dr. Bini: due testimonianze. Nel maggio del 1977 mio figlio Marco, 4 anni, stava male e per un giorno intero non volle prendere cibo. Chiamai il nostro pediatra, il dr. Bini, che visitò il bambino con calma e grande attenzione... poi disse a me e a mio marito: “Datemi una coperta”. Quindi agì rapidamente avvolgendo il bambino nella coperta e....: “Ci vediamo in reparto pediatria all’ospedale...”. Aveva diagnosticato un focolaio polmonare. Nell’ottobre del 2012 io mi trovavo ricoverata al IV piano dell’Ospedale di Jesi dove facevo la terapia riabilitativa dopo l’intervento chirurgico per protesi dell’anca. Potevo muovermi solo in carrozzina. Chiedo alla caposala se qualche infermiera mi poteva accompagnare per la Messa della Domenica e lasciarmi in chiesa.... Avendo avuto risposta negativa perché certo le infermiere sono oberate di lavoro, mi venne in mente, chissà perché... il dr. Bini. Gli chiesi per telefono se venendo per la Messa nella chiesa dell’ospedale poteva farmi la cortesia, la carità, di salire in ascensore al IV piano dove mi avrebbe trovata in carrozzina per essere accompagnata in chiesa. Senza esitare mi rispose: “Sì”. E il Signore lo ricompenserà anche di questo.
Maria Crisafulli

Per la vita, sempre
“Sopra il comodino ci metta non i biscotti ma un cutirizzo di pane”: con questo immediato ricordo la mia vicina di casa, la signora Attilia Bellucci, ha rivissuto le visite dal pediatra dottor Bini e le indicazioni che le dava per suo figlio Pierino. E tanti sono i suggerimenti simili a tante madri che negli anni si sono affidate alle cure e ai consigli del medico. Lo ricordavano da piccole come il pediatra e da lui sono tornate con i loro figli e a volte con i nipoti. Un uomo scrupoloso che sapeva sdrammatizzare le paure esagerate e che, con semplicità e naturalezza, dava indicazioni utili per i piccoli pazienti e soprattutto per i genitori. Ha dedicato tanta parte della sua vita alla sanità jesina, al reparto di pediatria dell’ospedale di Jesi. Si era impegnato nel 1975 in un comitato a difesa della vita dopo l’emanazione della legge 194 e ne era il coordinatore con il cav. Leonello Mancia e don Savino Capogrossi e da lì nel 1979 nacque il Centro Promozionale Famiglia di cui il Consultorio fu la prima emanazione. E l’attenzione alla vita è sempre rimasta nel cuore e nell’opera del dottor Bini tanto che in varie occasioni, da presidente del circolo Contardo Ferrini promosse concerti e manifestazioni per aiutare il Centro di Aiuto alla Vita (Cav) che assiste le mamme in difficoltà. Era stato nominato membro della Famiglia Pontificia come Commendatore dell’Ordine di San Silvestro. Sapeva coltivare bene le relazioni e le amicizie con iniziative che sapessero creare fraternità come i pellegrinaggi in vari santuari e città italiane come quello nel comune di Caposele, in provincia di Avellino, dove si venera il corpo di San Gerardo Maiella e poi a Melfi dove si trovano ricordi importanti di Federico II (castello, cattedrale, musei storici e diocesano e molte altre cose). Quel viaggio dell’ottobre del 2009 era stato riuscitissimo con il vescovo Gerardo e tanti soci del Ferrini e dell’associazione Res Humanae. E aveva promosso tantissimi piccoli progetti per far stare le persone insieme. Fino a pochi mesi fa passava in redazione la mattina per un saluto e uno scambio di notizie, incoraggiava il lavoro del settimanale di cui era fedele abbonato e lettore, si prestava per il servizio dell’etichettatura, portava sempre le informazioni da pubblicare e chiedeva un piccolo spazio, con discrezione e senza insistere. E ci teneva alla diffusione delle buone notizie. Scorrendo le pagine dell’archivio, l’occhio è andato su un numero del 22 aprile 1975 con un servizio dal titolo “Battezzati i tre gemelli”: si riferiva ai fratellini Cristian, Simone e Alessandro Fratoni nati il 9 febbraio e battezzati il 20 aprile i cui padrini erano il sindaco Massaccesi, il dottor Bini e il dottor Grechi che li avevano aiutati a nascere. Tanti altri sono i pezzi pubblicati dal dottor Bini o nei quali si parla di lui e dei suoi innumerevoli servizi alla comunità che amava e voleva sempre migliore. E tanti sono i ricordi degli incontri con il dottor Bini, della sua cordialità e cortesia e della sua passione per la vita. Alcuni sono pubblicati in queste pagine del settimanale diocesano e altri ce ne saranno nei numeri successivi, ma tanti di più sono quelli custoditi nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto custodiranno nel suo cuore.
Beatrice Testadiferro
IL DOTTOR BINI ERA STATO IL PRIMARIO DELLA PEDIATRIA DELL’OSPEDALE DI JESI Era nato per stare con i bambini
Alla notizia della morte di Primo Luigi Bini affiorano alla mente ricordi su come svolse la sua professione: con un impegno fuori dal comune. Medico chirurgo, poi pediatra e primario di Unità Operativa (oggi si dice così e si enumerano altre discipline afferenti), allora era il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Jesi. Per la gente era “il medico dei bambini”, perché li seguiva con un amore speciale. Lo vidi per la prima volta negli anni cinquanta, nessun medico riusciva a curarmi bene, venne a casa (non oltraggiava i pazienti con rifiuti o con parcelle da capogiro, le sue erano basse o inesistenti), mi visitò nel letto dei genitori; la delicatezza delle mani, la dolcezza degli sguardi e il modo di parlare mi fecero pensare: “Questo sì è un dottore che vuole bene ai bambini!” e guarii. Molti anni dopo il pensionamento, qualcuno del reparto mi raccontò che aveva trascorso tutte le notti della vigilia di Natale al lavoro, per scelta, perché, diceva, Gesù è nato in una grotta per gli indifesi; anche la sua numerosa famiglia aveva bisogno, certo, ma in quella notte speciale doveva stare lì, accanto a chi soffre: era nato per loro. Un ultimo ricordo da una signora di Staffolo: negli anni ottanta, il figlio di sua figlia era nato con un polmone e con varie disfunzioni, non sopravvisse, il primario, dopo aver lottato tanto per la lui, lo comunicò alla famiglia piangendo. Ci raccogliamo in silenzio per l’ultimo saluto umano, certi del suo splendore divino.
Luigina Lampacrescia
IL DOTTOR BINI ERA STATO IL PRIMARIO DELLA PEDIATRIA DELL’OSPEDALE DI JESI
Era nato per stare con i bambini Giovedì 29 maggio alle 18 presso l’Aula Magna della Fondazione Colocci si terrà la presentazione del libro “Alvise Cherubini” con una prolusione di Loretta Mozzoni sul tema: “L’arte negli scritti di Alvise Cherubini”. Saranno presenti gli autori della pubblicazione, il sindaco di Jesi e il vescovo della diocesi. Presentazione del libro su Alvise Cherubini “Sapeva stare col poveretto e col ricco” Ringrazio Dio di aver conosciuto in questi due anni e mezzo, un po’ da vicino il dott. Bini, come lo chiamavano tutti, sentendolo quasi “un familiare”. Ho ammirato la sua partecipazione discreta e serena alla vita parrocchiale. Lui, ricco di esperienza sapeva mettersi a disposizione di tutti. Offriva la sua preghiera, la partecipazione all’Eucarestia anche feriale, la liturgia delle ore e il rosario pregato con fervore, come un eco di quella liturgia familiare che viveva con sua moglie Mariella. I figli hanno certamente potuto respirare la bellezza dell’armonia che nasce dalla fede convinta e serena. Sapeva ricordare con entusiasmo la nascita della “sua” parrocchia di S. Sebastiano, la sua crescita nel quartiere del “prado” con tutte le esperienze ricche di fantasia e di servizio a tutti vissute insieme al parroco don Roberto Vigo. Una straordinaria e bella sintesi tra la ricca vitalità umana, la serenità affabile e la profonda esperienza di fede che gli ha permesso di accompagnare tante generazioni di cristiani fino a tutta la Diocesi di Jesi. Dopo i primi anni a S. Maria del Piano con don Ezio Balestra, traferitosi a S. Sebastiano, ha voluto rimanere sempre nel suo quartiere, quasi una vocazione incarnata nella realtà più vicina alla gente. Proprio a ricordarci l’importanza delle radici, come elemento essenziale nella costruzione umana e cristiana della persona. Mi piace pensare una bellissima frase: “Occorre fiorire dove il Signore ci ha piantati”. Egli l’ ha vissuta e ne ringraziamo ancora il Signore. La sua professione di medico pediatra, altamente qualificata e competente, gli ha offerto l’opportunità di essere vicino alla gente, vicino a tutti. Oggi è bello sentire tante persone che dicono: “sapeva stare col poveretto e col ricco…”, e ci stava valorizzando ciascuno con semplicità e discrezione. Il dolore del distacco ci prende ma sappiamo che lui, da credente convinto, amava la vita, la festa, la gioia condivisa e che continua ad accompagnarci con la sua preghiera e sua vicinanza nel Signore della vita.
don Giovanni Rossi parroco di S. Sebastiano